Quali cose terribili dice la stampa su di noi (1)

Tante, tantissime, impossibile farne un inventario completo. Ci limiteremo quindi a quelle più comuni, più alcune comicamente assurde. Speriamo che le persone intelligenti notino come la narrazione si ripeta periodicamente e come si sia già creato uno schema ben preciso.

Sebbene non sia l’accusa più rappresentativa nei confronti della Scuola di Yoga MISA, sicuramente una delle più esilaranti è che volevamo comprare i Carpazi. Se non la conoscete, questa accusa è circolata sulla stampa circa 20 anni fa, o comunque prima dell’era di internet. Ci dispiace non sapere più chi l’abbia pubblicata all’epoca, avrebbe meritato un premio per l’originalità. Ma siamo sul pezzo, se questa volta qualcuno ci accuserà di voler comprare i Pirenei o la Costa Azzurra, non dimenticheremo il suo nome. Quindi, cari giornalisti, sappiamo che avete un compito di servizio (o sarebbe forse più corretto dire “dei servizi”?) per insultarci, ma potreste almeno essere più originali.

Il mito del “sesso di gruppo” è probabilmente il primo della lista degli oltraggi. Tutti “sanno” che viene praticato in MISA, nei raduni, sulla spiaggia, alle terme di Herculane, ovunque, ma… nessuno lo ha mai visto! Ma che importa, gli scandali sessuali fanno sempre audience e l’ipocrisia della gente non conosce limiti. 

In TV esprimono in coro la loro indignazione, ma chi è che riempie gli strip club, chi è che passa le notti sui siti web “per adulti”, chi alimenta l’industria del porno? Non sono forse le stesse persone che alla luce del sole dichiarano il loro sdegno? Quanti politici e uomini d’affari affittano appartamenti per le loro giovani amanti? Quanti clienti hanno i servizi di escort di lusso? (Be’, nemmeno noi conosciamo la cifra esatta, ma possiamo fare una stima plausibile).

Per giunta, quelli che fanno più trambusto sono i tabloid e le emittenti televisive che si promuovono proprio con il sesso, con “la ragazza della pagina 5”, con pseudo celebrità dalle scollature fino all’ombelico e protesi grandi come la Silicon Valley, con o senza biancheria intima, o con sitcom traboccanti di volgarità e dialoghi osceni. 

Inoltre, massimo dell’ipocrisia, i talk show per scambisti sono apprezzati e considerati chic, la propaganda apertamente omosessuale è diventata normale, mentre l’erotismo puro, trasfigurante basato sull’amore e sulla continenza amorosa è considerato deviante e nessun giornalista ne parlerebbe. 

Per essere onesti fino in fondo, se il “sesso di gruppo” venisse praticato in MISA, dovremmo ringraziare i mass media per la pubblicità. Dopo ogni campagna mediatica più intensa, piovono messaggi in cui le persone ci chiedono come fare a partecipare, perché sembra interessante…! Possiamo solo immaginare la loro successiva delusione… Ci scusiamo anche qui se siete stati indotti in errore, non è colpa nostra!

Anche la stampa francese è molto interessata al tema del “lavaggio del cervello“. Questo non ci è mai stato molto chiaro. Cioè, se credi che la vita sia qualcosa di più di una carriera, di una riunione di management, di una casa, di un’auto, di un figlio, di un viaggio a Tenerife, di vestiti e borse firmate, di orologi svizzeri, di un iPhone 275 e così via, e credi sinceramente che lo spirito sia più importante della materia, è chiaro che hai le pigne in testa, come si dice a Roma. 

Se i tuoi genitori vogliono che entri a Medicina perché sanno cosa è bene per te, poi che ti sposi per poter stare al mondo, per forza con un ragazzo “di buona famiglia”, ma tu invece preferisci decidere da sola cosa fare della tua vita, è indice che sei un caso psichiatrico. Se ti abbuffi di salsicce, birra e bistecche fino a scoppiare, e poi passi la notte di Natale al pronto soccorso, sei un figo, magari appari anche in TV. Dio non voglia invece che la gente ti veda in qualche asana o in meditazione, perché penseranno che … devi essere posseduto. 

Se 30.000 persone urlano come decerebrate ai concerti con più decibel dei neuroni del pubblico, è segno che si sono integrati nella cultura europea. Se 5.000 yogi partecipano a una meditazione in spirale a Costinești, sono stati indottrinati…

Oppure se sei un tifoso della squadra X, dove X = una qualsiasi delle squadre di calcio conosciute, ti dipingi la faccia, strilli come un deficiente quando un oggetto di cuoio rotondo passa attraverso dei pali e si ferma in una rete, se imprechi contro l’arbitro, l’allenatore e tutta la loro famiglia, perché pensi che il fischio sia stonato, che problema c’è, sei un appassionato di calcio, e allora che importa se sei 120 chili e la tua unica attività sportiva è sollevare pinte di birra e poi prendi a pugni tua moglie: è un comportamento accettato nella società moderna, che non possiamo definire civile; alla fine vieni eventualmente sanzionato (solo se ti beccano…) quando rompi le gambe a qualcuno, pianti un coltello nei tifosi della squadra avversaria o colpisci qualcuno con una molotov. Fino ad allora, però, it’s all good… Potete ripeterci la definizione di lavaggio del cervello, che non vi stiamo seguendo? Da quando il nero sta diventando sempre più bianco e il bianco sempre più nero, anche il lavaggio del cervello non è più quello di una volta…

Quali cose terribili dice la stampa su di noi

Il traffico di droga e quello di armi non hanno resistito a lungo, ma non potevano mancare. I pubblici ministeri hanno forse trovato anche un solo pacchetto di sigarette nelle barbare incursioni, scusate, perquisizioni del 2004? No, risposta corretta. Ma (rullo di tamburi…) nelle 18 case perquisite hanno trovato in totale una siringa di plastica, del modello più banale, e per di più ancora confezionata, prova inconfutabile che gli yogi assumevano droghe.

A proposito di perquisizioni, quasi dimenticavamo qualcosa, grande errore. Una pila di copie del “Vangelo di Giovanni”, con una graaande immagine di Gesù sulla copertina A4, sono state mostrate alla telecamera da un poliziotto sopraffatto dall’indignazione: “Vedete che qui hanno un sacco di materiale pornografico!”. Bene, diciamo che al posto dei Vangeli ci fosse la raccolta di Playboy (che tutti leggevano sottobanco ai tempi d’oro, non nascondiamoci dietro un dito) o addirittura qualche pubblicazione pornografica di dubbio gusto. E allora? Qual è il problema? C’è un nuovo reato nel Codice Penale chiamato “possesso di materiale di cattivo gusto”?

Per quel che riguarda il traffico di armi tanto strombazzato in TV, visto che né i coltelli da cucina erano troppo affilati né le pistole ad acqua erano piene di munizioni, hanno subito insabbiato l’argomento. Non c’è stato nessun “ci dispiace di avervi informato male”. Ci hanno messo una semplice croce sopra.

 La recente ossessione della stampa è tuttavia l’etichetta di “setta“. Una parola accattivante, d’impatto, di cinque lettere, due sillabe, che si scrive più o meno allo stesso modo in tutte le lingue correnti, una parola che quando la senti ti fa scorrere un brivido lungo la schiena. Come si definisce una setta? Chi se ne importa! Non mangi le bistecche, non bevi le birrette con gli amici al bar? Sei della setta. Fai naturismo al mare (sulla spiaggia per nudisti, intendiamoci)? Sei un mega-settario. Parli agli amici dei benefici della continenza amorosa? Sei ultra-settario. Fai benedizioni a chi ne ha bisogno? Chi ti credi di essere, la Chiesa te ne ha dato il permesso? Vi facciamo vedere noi, diamo una circolare e non ci sarà più prete che vi battezzi… (fatto vero, tra l’altro, chiedete in giro per la parrocchia di Herculane e dintorni). Attributi di Dio? Non ci interessano, pensate alla setta vostra. Del resto l’ha detto, quel prete, che lo yoga viene dal diavolo (che, tra l’altro, molti cristiani di Bucarest invocano quando trovano il parcheggio occupato). Non è bene iniziare la giornata con una consacrazione, ci hanno detto quelli dell’UE; di Dio ce ne possiamo eventualmente ricordare solo in relazione alla madre di chi ti taglia la strada nel traffico. Altri argomenti per giustificare l’etichetta di setta la stampa non ne ha proprio. Hanno trovato qualche cittadino che giura di essere stato trattenuto da qualche parte con la forza, contro la sua volontà, da qualcuno di MISA (quando il tram si blocca all’incrocio non è davvero colpa nostra)? Non l’hanno trovato.

Un signore, con il cappuccio in testa e le spalle alla telecamera ha cercato di convincere i telespettatori di essere stato trattenuto con la forza in un ashram, ma quando gli è stata posta la domanda sensata “qualcuno ti ha impedito di aprire la porta e andartene?” non ha saputo rispondere. “Bambini” di 20-25-30 anni sono stati strappati alle loro madri in lacrime dalla “setta”, le redazioni dei giornali erano in fermento, ma non hanno posto la semplice domanda: a cosa ti serve il diritto di voto alla maggiore età se tua madre ti dice cosa fare fino a 27 anni? C’è più da piangere che da ridere, ma l’ossessione per la “setta” sarà difficile da togliere dalla testa dei giornalisti. Soprattutto perché ora si è diffusa anche oltre confine. I giornalisti stranieri non sanno bene cosa sia MISA e cosa sia Atman (a quanto pare MISA avrebbe cambiato nome in Atman da quando Gregorian Bivolaru ha lasciato la Romania…), ma sanno sicuro sicuro che ognuna di esse e/o entrambe insieme siano una setta pericolosa. Una “setta yoga”, qualunque cosa significhi…

 Abbiamo pensato di fermarci qui per ora, come nelle “Mille e una notte”, che ci sono altri giorni, anche se di altri esempi ne avremmo. Ma qualcosa di insolito ha attirato la nostra attenzione. In uno degli articoli in romeno sulle 26 donne “estratte dalla setta” dalla polizia francese (ammanettate e in pigiama a zero gradi, se ricordate), si afferma che era “evidente” che le ragazze avessero “consumato bevande alcoliche“. Dite? Beh, erano appena state svegliate, erano le 6 del mattino, non sono state raccolte dal bar della stazione, dovete aver confuso i copioni… Ça arrive… O sarà stato google translate, che non traduce così bene, e se non hai fatto nemmeno francese a scuola, dove non ci capisci ci azzecchi…

“Giunta qui la storia, Sherazade vide spuntare l’alba e, timidamente, tacque…”

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