Le ricerche effettuate in Occidente confermano giorno dopo giorno le verità rivelate dalla filosofia orientale. Lo Yoga tende ad autenticarsi come scienza anche in termini moderni, rispondendo dimostranto l’influenza che ha sulla salute del corpo, sulla psiche e anche sul comportamento umano in generale.

L’emozione, che è sempre correlata all’aspirazione manifestata, fa poi apparire l’eco sfumato del pensiero sia nel corpo che nel proprio universo interiore.

Per quanto riguarda le prove già esistenti sugli effetti psicofisiologici della pratica dello Yoga, storicamente penso che sarebbe necessario risalire agli anni ’50”, afferma Sat Bir Khalsa, docente alla Harvard Medical School. “Molti studi condotti da allora dimostrano che queste pratiche ci danno la capacità di scegliere consapevolmente come reagire allo stress.

Lo stress è rappresentato dal pensiero sterile e incontrollato che fa gli straordinari, dal sentimento di paura, dalla sensazione di perdersi in un mondo in cui stanno accadendo così tante cose“, afferma Bruce Lipton, specialista in epigenetica.

La biologia che insegno, l’epigenetica o la ‘nuova scienza’, conferma che il nostro modo di pensare è il vero responsabile del nostro stato di salute e della nostra struttura biologica. Consultando i geni, è risultato che solo l’1% dei problemi di salute hanno cause ereditarie. Il 90% dei problemi di salute sono dovuti allo stress.

Prendi senza esitare, il toro dello stress per le corna. In che modo lo Yoga ci può aiutare?

Essendo l’origine delle malattie, lo stress si trova da qualche parte alla confluenza tra coscienza e corpo, esattamente una delle aree in cui agisce lo yoga. Quando vogliamo rilassare il corpo, possiamo farlo solo se calmiamo anche i nostri pensieri, poiché esiste una stretta connessione tra i due.

Ecco cosa ci spiega il neuro-oftalmologo Mithu Storoni, autore del libro “Proof of Stress”: “La respirazione è lo strumento più potente che abbiamo a portata di mano per controllare il modo in cui reagiamo allo stress.

Il modo più semplice per farlo è respirare il più raramente possibile, riempiendo i polmoni e puntando ad aumentare il più possibile il loro volume da un respiro all’altro. Gli studi che sono stati fatti su coloro che eseguono tecniche PRANAYAMA (tecniche di respirazione yoga) in cui la respirazione è molto ampia e prolungata, hanno dimostrato che è possibile ridurre la pressione sanguigna controllando la respirazione.

La pressione sanguigna è governata dal sistema nervoso simpatico, che è anche il messaggero della nostra risposta allo stress. Possiamo quindi osservare come, modificando la nostra respirazione, possiamo influenzare molto facilmente la nostra reazione allo stress.

Durante le sessioni di pratica dello Yoga, mentre passiamo da un ASANA all’altra, creiamo nuove sfide per noi stessi. Gli esercizi di HATHA YOGA riportano la coscienza nel corpo. Per questo possiamo anche usare la respirazione. Perché quando la corteccia prefrontale o alcune parti di essa collaborano per reindirizzare l’attenzione, con l’obiettivo di calmarsi, allora stiamo davvero prendendo per le corna il toro dello stress. L’uso della respirazione in questo processo è quindi molto utile.

Respirare insieme allo sforzo di reindirizzare l’attenzione intensifica il segnale del sistema nervoso parasimpatico e riduce l’attività del simpatico.”

Il simpatico e il parasimpatico vanno di pari passo

Man mano che progrediamo, questi effetti andranno oltre l’ambito riservato strettamente alle sessioni di yoga e si rifletteranno anche nella nostra vita quotidiana.

Quando ci troviamo di fronte a situazioni stressanti, ci ricorderanno di utilizzare gli stessi metodi che abbiamo usato nello yoga – controllo della respirazione e rifocalizzazione – utilizzando esattamente le stesse parti della nostra corteccia prefrontale.

La respirazione è quindi uno strumento molto potente che possiamo utilizzare sia all’interno della pratica dello yoga che al di fuori di essa. Possiamo esercitarci ad usarlo in ogni ASANA.”

Il sistema nervoso simpatico, come il sistema nervoso parasimpatico, è una parte del sistema nervoso autonomo che governa i riflessi inconsci. È responsabile, tra l’altro, anche della risposta “lotta o fuga” (fly or fight).

I due sistemi – simpatico e parasimpatico – hanno attività complementari: quando uno di essi è attivo, l’altro va in riposo, condizionandosi a vicenda.

Il sistema nervoso parasimpatico si occupa del rilassamento, del riposo e della digestione, quindi uscire dallo stato di allerta specifico del sistema simpatico è estremamente importante per la nostra salute. La respirazione è uno dei processi inconsci governati dal sistema nervoso simpatico, sul quale possiamo però intervenire a nostro piacimento, regolandolo come sopra descritto. Influenzando il sistema nervoso simpatico, influenziamo il sistema nervoso parasimpatico e una serie di fattori importanti per la nostra salute.

È molto importante utilizzare queste leve quando si praticano gli ASANA, per ottenere attraverso lo yoga gli effetti desiderati. La respirazione, quindi, è uno strumento molto potente che possiamo utilizzare sia durante l’intervallo riservato alla pratica dello yoga, sia durante il resto del tempo, nelle situazioni che affrontiamo ogni giorno.

C’è qualcosa di veramente straordinario. Queste pratiche nascondono una forza formidabile. E questo è l’oggetto della nostra ricerca“, afferma Bruce Lipton, specialista in epigenetica.

Meglio controlliamo il nostro pensiero, più forti diventiamo. Sempre più studi scientifici confermano che lo Yoga ha letteralmente la capacità di cambiare la struttura del cervello.

Tutti coloro che praticano con attenzione, entusiasmo e perseveranza non hanno affatto bisogno di prove

Sat Bir Khalsa, docente alla Harvard Medical School, ritiene che “uno dei punti di forza che fanno dello yoga quello che è sono le posture del corpo, gli esercizi di stretching, i movimenti e le tecniche di respirazione e rilassamento – elementi fondamentali in questa antica pratica“.

Sono tradizionalmente conosciuti come HATHA YOGA e PRANAYAMA. “Allenano il corpo per un migliore funzionamento dell’intero insieme.

Tutto esiste per uno scopo nello yoga. La cultura occidentale è molto ancorata al piano fisico ed è molto materialista“, spiega Saul Oavid Raye, fondatore della società Atma Yoga e musicista.

Abbiamo quindi bisogno di molte posture (ASANA) che riportino la nostra attenzione e coscienza al corpo, perché se ci sedessimo così, cercando di meditare, potremmo sentirci, almeno all’inizio, annoiati. Una volta compreso come rientrare nel corpo, possiamo sperimentare stati meravigliosi e sempre più profondi.”

Il direttore del Sydney Yoga Institute, Michael de Manincor, parla dei benefici della pratica dello yoga, come osservato in un rigoroso studio scientifico su questa disciplina. “Coloro che hanno sperimentato in prima persona i benefici dello yoga non hanno bisogno di prove esterne, di studi per convincerli che lo yoga fa bene“, dice.

Ci sono, naturalmente, persone che hanno bisogno di una ricerca scientifica solida e sistematica su ciò che sta realmente accadendo per avere fiducia in queste pratiche e per le quali le prove generosamente fornite da molti non sono sufficienti. Ultimamente, abbiamo studiato gli effetti della pratica dello yoga in termini di depressione e disturbi d’ansia. Il risultato più significativo che abbiamo osservato è stata una diminuzione delle nostre misurazioni della depressione. Abbiamo confrontato un gruppo di soggetti che hanno praticato yoga per un intervallo di sei settimane con un gruppo di controllo che ha continuato con il trattamento di routine. Abbiamo riscontrato una notevole differenza tra i due gruppi di soggetti, più precisamente una riduzione del 33% dei fattori che descrivevano depressione, ansia ed esaurimento mentale generale nel gruppo che praticava yoga.

Anche una piccola parte di ciò che è eminentemente utile e divino ha un enorme significato nel suo insieme

Ho notato anche un aumento della resistenza – e questo è un fattore molto importante per l’equilibrio interiore. Abbiamo anche osservato un aumento nella frequenza delle esperienze benefiche riportate dai soggetti e, proporzionalmente, una riduzione nella frequenza delle esperienze dannose e distruttive.

La durata media della pratica yoga eseguita dai soggetti è stata di 12 minuti al giorno per sei settimane. Probabilmente i risultati più importanti ottenuti sono stati la diminuzione dei fattori che descrivono depressione e ansia.

Ma ciascuno degli altri criteri osservati ci ha aiutato a creare un quadro completo dei miglioramenti che lo yoga apporta alla salute.

La conclusione a cui siamo giunti è che se le persone fanno ogni giorno qualcosa di benefico, che implica movimento armonioso, respirazione ritmica, costante assunzione di coscienza e completo rilassamento, secondo la metodologia del sistema yoga, tutto ciò genera davvero certi reali effetti favorevoli, significativi e che incidono notevolmente su tutto il loro stato, non solo interiore, ma anche psicofisico.”